Non riesco a dormire. Domani inizia la scuola e io sono letteralmente in ansia. È da stupidi, lo so. Io però non voglio andarci. Non voglio studiare cose di cui non mi importa. Non voglio fare interrogazioni. Mi piace andare a scuola, non mi piace avere l’ansia della scuola. L’ansia di fare sempre tutto bene. È questo che non mi piace. Io ho fatto sempre così. Ho sempre preteso tanto da me stessa. Vorrei invece vivere la vita con più leggerezza. Senza tenere troppo ad un voto scritto su una verifica. Inizia la scuola e io vivo costantemente in funzione di quella. Mattina, pomeriggio, sera. Ho paura di sbagliare. Però ci tengo troppo.
Ho paura di crescere, però non vedo l’ora di essere grande. Ho paura di crescere perché ho paura di tutte le sfide davanti cui la vita mi metterà davanti. Ho paura di non saperle gestire. Perché non sapere gestire vuol dire avere più possibilità di sbagliare e io non devo sbagliare. Ecco cosa pensa il mio cervello.
Domani non voglio andare a scuola, e non voglio fare verifiche né interrogazioni. A me non frega niente. Io voglio trovare chi sono e non voglio perdere il mio tempo a stressarmi perché non so ripetere Oliver twist o non so analizzare l’Infinito. A me non frega niente se nella mia vita faccio un esame di maturità di merda. Sarà divertente, lo racconterò e ci riderò sopra. Devo capire qual è il mio posto nel mondo. Lo stress della scuola mi fa concentrare su delle materie di cui non me ne frega assolutamente nulla. E intanto io non mi conosco e non mi scopro e non so nemmeno come reagisco ad un brutto voto perché non l’ho mai preso. Mi sono sempre creata questa vita perfetta attorno solo per proteggermi, per evitare di cadere. Ma perché ho paura di cadere? Credo di saperne tante ma in realtà non ho vissuto nulla. Ho vissuto nella paura di sbagliare perché ho sempre valutato per tempo le conseguenze e quindi ho sempre scelto di vincere e mai di perdere.
Adesso essere dura con me stessa mi soffoca. Credo di avere bisogno anche io di respirare. Fare quello che mi piace, sbagliare, e per una volta fregarmene. Fregarmene delle conseguenze. Non so perché non ci riesco. Mi metto alla prova così tanto per fare bene che poi alla fine non mi metto alla prova per davvero. Semplicemente accetto quella che è la strada giusta da prendere senza nemmeno lasciarmi lo spazio per ribellarmi. Sono in quinta superiore, non so chi sono e lo voglio capire. Non ho fretta. Però ci penso sempre. Passo notti e notti a pensare a chi sono. Mi chiedo se ho scelto la scuola giusta e non mi so rispondere. Sono un’eterna indecisa. Io. Io che odio lasciare le cose in sospeso sono un’eterna indecisa.
Voglio prendere la scuola come un’opportunità per scoprirmi e non per saper ripetere le pagine di storia. Quello lo so fare, io voglio imparare a rischiare. Ecco: a rischiare! Io non ho mai rischiato per paura di fallire. Ho mai vissuto?
Ho 18 anni, io posso sbagliare! Io DEVO cadere perché io non so cosa si prova a cadere e rialzarsi! Ci vuole forza per non cadere mai, ce ne vuole di più a rialzarsi. Io non ho mai avuto il coraggio di cadere.
Ecco come mi sento. E mi sento addosso il peso delle responsabilità, del futuro, del giudizio della gente. Poi penso che ho 18 anni. Che dovrei essere più spensierata e meno dura con me stessa. Penso che per una volta posso non pensare alle conseguenze. Per una volta posso saltare la scuola senza sentirmi in colpa, per una volta posso non studiare per l’interrogazione senza sentirmi in ansia. Per una volta posso ammettere a me stessa di non essere per forza perfetta e brava in tutto. Non mi odio. Vorrei solo volermi più bene da questo punto di vista. Vorrei, ma poi non ci riesco.
//Greta.
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